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Nel suo influente saggio “L’arte di amare”, Erich Fromm, uno psicologo umanista esplora l’amore come una disciplina che richiede consapevolezza e dedizione.

Non siate indefiniti.

Erich Fromm afferma: “Non è possibile amare senza avere sviluppato la propria personalità”.

Tratto da: Storie di Personaggi

Simona cucina da sempre i piatti preferiti di suo marito.
Un giorno, dimenticandosi di odiare i formaggi, comprò del gorgonzola pensando che fosse il cibo più buono al mondo; rimase delusa nello scoprire che non le piaceva affatto e si chiese anche se le piacesse ancora suo marito.
Chi era la persona nello specchio?
Perché indossava quel grembiule che lei stessa aveva acquistato?
“Come ti permetti?” disse Simona puntando il dito contro lo specchio e quello, per tutta risposta, si ruppe in mille pezzi.
Le schegge di vetro si accasciarono contro il muro, non c’era più niente e nessuno da riflettere.

Tratto da: “Poliedricamente fine” di Alessandra Airaudo

Simona, la protagonista di un mio racconto breve, è sposata e prende a cuore le preferenze del marito tanto da arrivare a dimenticarsi delle proprie. In un momento di rottura, l’io si ribella e, guardandosi allo specchio, non riesce più a riconoscersi.

Simona è capace di amare? Secondo Erich Fromm no. Non si può amare senza conoscersi profondamente e senza aver sviluppato una personalità solida, fondata sui nostri principi e valori.
A lungo andare, non solo il rapporto può deteriorarsi, ma anche qualcosa di più delicato, come il nostro “io”, rischia di essere compromesso.

Non si impara il sesso dai porno, non si impara ad amare dai materiali romantici.

L’autore ci mette in guardia dall’imparare ad amare attraverso film, libri, canzoni (stories, reel, anime, manga). I media sono forme di intrattenimento, e tutto ciò che contengono è un prodotto costruito.

I materiali romantici giocano sulla tensione sessuale ed è questo a rendere questi prodotti accattivanti.

La narrativa romantica accentua l’idealizzazione, e Kant ci avverte: essa è una proiezione delle nostre categorie mentali e non riflette la realtà in sé, che rimane sempre parzialmente nascosta alla nostra percezione.

Le basi dell’amore per Erich Fromm.

Come si ama per Erich Fromm?

Per amare bisogna lavorare su noi stessi e sulle nostre capacità di premura, conoscenza, rispetto, e responsabilità.

L’amore richiede impegno e sforzo consapevole, piuttosto che dipendere dalle emozioni (quante relazioni finiscono perché non si sentono le farfalle nello stomaco o le forti emozioni di prima? Siamo sicuri che questo sia amore?) o dalle circostanze.

L’amore autentico è un’arte che possiamo affinare attraverso la riflessione e la pratica. 

“Che cosa dà una persona a un’altra? Dà se stessa, ciò che possiede di più prezioso […] le dà ciò che più vivo ha in sé […] la propria tristezza, tutte le espressioni e manifestazioni di ciò che ha di più vitale.”

“il carattere attivo dell’amore […] si fonda sempre su certi elementi comuni a tutte le forme d’amore. Questi sono: la premura, la responsabilità, il rispetto e la conoscenza”.

La premura serve per coltivare l’amore. È dire “Io amo i fiori” e mi prendo cura di annaffiarli con la giusta dose d’acqua.

A simbolo di riconoscenza che i rapporti sono come le piante, se non vogliamo che muoiano, dobbiamo porre attenzione alle loro reali e giuste esigenze.

“Rispetto” deriva dal latino “respicere” cioè “guardare” e rappresenta l’abilità di guardare la persona nella propria essenza, nella “vera individualità e “significa desiderare che l’altra persona cresca e si sviluppi per quello che è. […]; voglio che la persona amata cresca e si sviluppi secondo i suoi desideri, […] i suoi mezzi, e non allo scopo di servirmi.

La conoscenza. Non è possibile prendersi cura dei bisogni dell’altro senza conoscerli nel profondo.

Per approfondire una conoscenza, devo abbandonare ogni idea che ho di quella persona, vederla per quella che è e lasciare andare “il quadro contorto che ho di lei“.  

Qui ritorna il concetto di idealizzazione e di come sia importante eliminare ogni mezzo che alimenta questo processo (come il materiale romantico, ad esempio).

Se conosco l’anima dell’altro, capisco come interagire con le sue emozioni (ma prima devo sapere chi sono), se penetro “nell’intimo [riuscirò] a vedere l’altro quale veramente è.

Posso capire, ad esempio se una persona è adirata anche se non lo dimostra apertamente, ma se la conosco a fondo, mi accorgo che è ansiosa e preoccupata, che si sente sola, che ha un senso di colpa” che l’affligge, e che quel tono della voce corrisponde a un malessere interiore.

Questo lavoro di conoscenza profonda dell’altro è scuola di emozioni e attenzioni che ci aiuta a comprendere anche noi stessi, difatti  per l’autore “nell’altro essere trovo me stesso, scopro tutti e due, scopro l’uomo.”

L’amore responsabile e l’amore carnale.

L’amore immaturo, spesso associato all’amore carnale, è caratterizzato dalla dipendenza emotiva e dal desiderio di fusione con l’altro per riempire un vuoto interiore.

È un amore possessivo e insicuro, in cui l’individuo tende a perdere la propria autonomia e cerca nell’altro la conferma della propria identità.

Questo tipo di amore, basato sul bisogno e non sulla libertà, può portare a conflitti, gelosie e frustrazioni, in quanto non si fonda su un rapporto equilibrato, ma su un legame di dipendenza.

Erich Fromm scrive “L’atto sessuale senza amore, riempie momentaneamente che un vuoto”. Coloro che non sanno amare ricercano l’amore secondo queste forme:

  • Gli uomini ricercano il successo, la ricchezza e il potere,
  • Le donne sfruttano la bellezza,
  • un terzo gruppo usa l’atteggiamento e le conoscenze per risultare interessante.

Per Erich Fromm l’amore è al di là della forma commerciale di amare.

Frasi comuni:
“Ho sempre dato e non ho mai ricevuto nulla in cambio.”
“Ci sono sempre per gli altri e loro non ci sono per me.”

La “fase ricettiva di tipo commerciale” si verifica quando percepiamo di essere stati ingannati se, dopo aver fatto un favore, non riceviamo nulla in cambio. Secondo Erich Fromm, se ci sentiamo traditi in queste circostanze, potremmo trovarci in uno stato dell’essere considerato immaturo.

L’atto di dare non dovrebbe mai presupporre un’aspettativa di ritorno, né essere vissuto come un impoverimento; dovremmo provare gioia nel donare, indipendentemente da ciò che riceviamo in cambio.

Al contrario, Marcel Mauss ritiene che il dono rafforzi i legami sociali e cementi le alleanze, ma perché ciò avvenga, il processo deve seguire tre fasi: dare, ricevere e restituire.

Se una di queste fasi viene a mancare, l’intero meccanismo crolla. Per Erich Fromm, invece, il dare è un atto più puro, simile a quello dell’Islam. Il musulmano compie le sue azioni con l’intento di compiacere Allah SWT, sapendo che ogni gesto, anche il più piccolo, ha un valore immenso.

La coscienza come figura genitoriale interiorizzata.

Per Fromm, diventiamo maturi quando interiorizziamo le figure genitoriali e impariamo a essere genitori di noi stessi. Secondo Fromm, le figure genitoriali diventano parte dell’adulto, che le integra dentro di sé. Fromm parla di due tipi di coscienza: quella materna e quella paterna.

La coscienza materna dice: “Non c’è peccato, né delitto che ti possa privare del mio amore, del desiderio che tu sia vivo e felice.”

La coscienza paterna afferma: “”Hai sbagliato, non puoi sfuggire alle conseguenze del tuo errore e devi cambiare strada, se vuoi che ti ami.”

Con la conclusione che “la persona matura [costruisce] una coscienza materna sulle sue capacità d’amore, e una coscienza paterna sulla ragione e sul giudizio

Fromm individua nella coscienza materna un’idealizzazione della maternità volta all’amore incondizionato e a quella paterna come razionale, meno istintiva.

Non imparereai ad amare trovando l’anima gemella. 

Fromm critica l’idea che, una volta trovata la “persona giusta“, si possa essere, di conseguenza, in grado di amare. Il filosofo usa una metafora per spiegare che, così come un pittore non impara a dipingere trovando l’oggetto giusto, una persona non impara ad amare trovando la sua “anima gemella”.

Se posso dire a un altro ‘ti amo’, devo essere in grado di dire amo tutti in te, amo il mondo attraverso te, amo in te anche me stesso.” Si deve imparare ad amare nella totalità.

Da questa citazione ho trovato quindi l’ispirazione per questa poesia: 

A te del passato e di ora

Ti amo e amo tutti
Nell’amarti ho imparato ad amare me stessa
Ma io ti amo con un senso di responsabilità alle costole
Con la premura di chiederti scusa quando ti ferisco
Attraverso te comprendo il prossimo
Prossima me allo specchio
Io e te, gli altri. 

Alessandra Airaudo

I tipi di amore per Erich Fromm

Che cos’è l’amore fraterno per Fromm, come si può amare facendolo un’arte?

L’amore fraterno “È un rapporto d’intesa, di rispetto e responsabilità, che lascia spazio ad altre persone, rifiutando “l’esclusività”.

“Se io percepisco un altro essere solo in superficie, sento le differenze che ci separano. Se penetro in profondità, percepisco la nostra uguaglianza, ciò che ci rende fratelli. Questa è comunicazione profonda anziché superficiale. […]”

“L’amore fraterno è amore tra essere simili; ma, in realtà, anche tra simili che non sono sempre ‘simili’: infatti, poiché siamo esseri umani, siamo tutti bisognosi di aiuto. Oggi io, domani tu. Ma questo bisogno di aiuto non significa che uno è indifeso e l’altro potente. La debolezza è una condizione che transitoria; la capacità di stare ritto e camminare coi propri piedi è lo stato permanente. Eppure, l’amore per l’essere indifeso, l’amore per il povero e per lo straniero, sono il principio dell’amore fraterno […]”

“[citando Wiliam James Fromm aggiunge,] un uomo ama la famiglia ma se non sente niente per lo ‘straniero’, è sintomo d’incapacità d’amare.” 

Io in lacrime.

L’amore materno: risponde ai bisogni del bambino e gli insegna quanto sia bello essere al mondo e vivere. Secondo Fromm, le madri possono essere divise in due categorie: quelle che offrono solo latte e quelle che offrono anche miele.

Le madri che danno latte e miele sono felici, ma anche ansiose, e questi stati d’animo influenzano la personalità del bambino, che si sente amato. L’amore materno è monodirezionale: la madre dà senza aspettarsi nulla in cambio, tranne la presenza del bambino. Per questo motivo, Fromm lo considera la forma più alta di amore.

L’amore erotico: rappresenta il desiderio di fusione sia sessuale che sentimentale, e coinvolge la condivisione di sogni, desideri, paure, e ansie. È un rapporto nel quale possiamo mostrarci anche nei nostri aspetti più infantili.

Fromm critica chi cerca intimità per la condivisione di emozioni quali: rabbia, odio, inibizioni e sessualità. “La conseguenza è che si cerca l’amore con un’altra persona, una persona nuova.

Ancora una volta l’estraneo viene trasformato in ‘intimo’, di nuovo l’esperienza di innamorarsi è intensa, e termina con il desiderio di una nuova conquista, di un nuovo amore, sempre con l’illusione che il nuovo amore sarà diverso dal precedente. Il carattere ingannevole del desiderio sessuale ha un peso notevole in queste illusioni.

Se il desiderio di attrazione fisica non è stimolato dall’amore, se l’amore erotico non è anche amore fraterno, non porta mai alla fusione se non in un senso orgiastico e fittizio. L’attrazione sessuale crea, sul momento, un’illusione d’amore, eppure senza questa ‘unione’ lascia due essere estranei e divisi come prima.”

L’amore è un prodotto da consumare. 

In questo paragrafo lascio parlare Fromm, le sue parole esprimono con chiarezza la superficialità dell’amore nella società contemporanea.

“La felicità odierna dell’uomo consiste nel ‘divertirsi’. Divertirsi significa consumare e comprare cibi, bevande, sigarette, gente, libri, film – tutto è consumato, inghiottito.”

“Il mondo è un grosso oggetto che suscita i nostri appetiti, una grossa mela, una grossa bottiglia, un grosso seno; noi siamo i consumatori, gli uomini in eterna attesa, gli speranzosi, e gli eterni delusi. Il nostro carattere è consegnato in modo da scambiare e ricevere, da barattare e consumare; tutto, sia le cose spirituali sia quelle materiali, diviene oggetto di scambio e di consumo.”

“Il fatto è che l’uomo moderno ha […] poca autodisciplina al di fuori della sfera del lavoro. Quando non lavora vuole lasciarsi andare alla pigrizia”

“Questo bisogno d’impigrirsi è una reazione alla routine della vita quotidiana. Poiché un uomo è obbligato a usare per otto ore al giorno la propria energia a scopi che non sono i suoi, in modi non suoi ma prescritti a lui dal ritmo del lavoro, si ribella, e la ribellione prende l’aspetto di un’infantile auto indulgenza.”

“Eppure, ancor più che l’autodisciplina, nella nostra civiltà è rara la concentrazione. Anzi, la nostra civiltà conduce a un modo di vivere assolutamente privo di concentrazione.”

Si fanno molte cose alla volta: si legge, si ascolta la radio, si chiacchiera, si fuma, si mangia, si beve. Siamo i consumatori cobn la bocca aperta, pronti e disposti a inghiottire qualsiasi cosa: quadri, liquori, esperienza. Questa mancanza di concentrazione trapela chiaramente dalla nostra difficoltà di restar soli con noi stessi. Sedere in silenzio, senza bere, leggere o fumare è impossibile per la maggior parte delle persone.”

“L’automobile e l’aeroplano ci portano rapidamente a destinazione; e più presto è, meglio è.”

“L’uomo moderno crede di perdere qualcosa – il tempo – quando non fa le cose in fretta; eppure non sa che cosa fare del tempo che guadagna, tranne che ammazzarlo. Di conseguenza, una condizione per imparare qualunque arte è un supremo interesse per la padronanza di quest’arte.”

“Questa condizione è altrettanto necessaria per l’arte d’amare come qualsiasi altra arte.”

“Va fatta una considerazione riguardo le condizioni necessarie a imparare un’arte. Non si deve mai cominciare a imparare un’arte direttamente, ma indirettamente.”

“Riguardo l’arte d’amare, ciò significa che chiunque aspiri a diventare maestro in questa arte deve cominciare col praticare disciplina, concentrazione e pazienza in ogni fase della sua vita.”

Conclusioni su Erich Fromm

L’autore di “L’arte di amare” ci ha fornito strumenti preziosi per comprendere uno dei temi più trattati: l’amore. Secondo il filosof dell’amore, l’amore non è un semplice sentimento da vivere passivamente, ma un’arte che richiede impegno, collaborazione e dedizione.

Le sue riflessioni ci portano a riflettere su come la ricerca dell’amore sia influenzata dalla gratificazione immediata, dalla mancanza di volersi impegnare e lavorare sulle difficoltà.

Disciplina, pazienza, comprensione profonda di noi stessi per capire l’altro, comunicazione sono strumenti per uscire dalla trappola dell’immediatezza e dalla gratificazione istantanea.

L’arte di amare si contraddistingue in un mondo frenetico, per la sua richiesta di tempo e maggiore connessione con il nostro essere e quello degli altri.  È una pratica che va oltre l’immediatezza delle emozioni e richiede pazienza e comprensione reciproca.

Vi invito a riflettere su come applicare queste idee nella vostra vita quotidiana.

Come possiamo trasformare l’amore in un’arte da coltivare? In che modo possiamo superare le illusioni e le aspettative per abbracciare un amore autentico e profondo?

Sono curiosa di sapere come avete imparato ad amare e quali sfide avete affrontato nel vostro percorso, vi leggo nei commenti.

Un ringraziamento speciale alle mie amiche A., L., S., e T. per avermi regalato questo libro, vi voglio tanto bene.

Con questo è tutto, alla prossima Inshallah.
Ale

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Fonte: La fonte di questo articolo è “L’arte di Amare” di Erich Fromm, tradotto da Marilena Damiani, 1963, Il Saggiatore.

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